Simone Billi

deputato eletto nella Circoscrizione Estero-Europa

Europee 2019: via libera dalla Commissione Esteri al documento sulle intese con gli altri Paesi

EUROPEE 2019: VIA LIBERA DALLE COMMISSIONE ESTERI AL DOCUMENTO SULLE INTESE RAGGIUNTE CON GLI ALTRI PAESI

ROMA\ aise\ – Nella giornata di ieri, le Commissione Affari Esteri di Camera e Senato, nelle rispettive sedute, hanno esaminato e votato parere favorevole all’Atto di Governo “Intese, raggiunte dal Governo italiano con i Paesi membri dell’Unione europea, per garantire le condizioni necessarie per l’esercizio del voto degli italiani residenti nei Paesi membri dell’Unione europea nelle elezioni per il Parlamento europeo”.
Simone Billi e Manuel Vescovi, relatori rispettivamente alla Camera e al Senato, hanno illustrato il provvedimento ai colleghi. 
Il voto all’estero, ha ricordato Billi, si terrà il 24 e 25 maggio, dunque con un giorno in anticipo rispetto a domenica 26, giorno in cui si voterà in Italia. Dopo aver spiegato come votano gli italiani residenti in un Paese europeo, sia che siano iscritti all’Aire che temporaneamente all’estero, Billi è passato ad illustrare la procedura prevista dalla legge 24 gennaio 1979, n.?18, sulla elezione dei membri del Parlamento europeo spettanti all’Italia. 
“Il Governo italiano raggiunge intese con ciascun Paese dell’Unione e tali intese dovranno risultare da note verbalitrasmesse dai singoli Governi a quello italiano; il Governo, sentito il parere espresso dalle competenti Commissioni parlamentari, accerta che si siano verificate le condizioni previste dalla legge e conseguentemente autorizza il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale a procedere alla fase successiva”, ha spiegato Billi. La Farnesina, a seguito dell’autorizzazione ricevuta, “emanerà un comunicato attestante, per ciascun Paese dell’Unione, che sono state raggiunte le intese. La pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale di tale comunicato è condizione necessaria all’esercizio del diritto di voto nel territorio degli altri Stati; successivamente il Ministro dell’interno, di concerto con il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, emanerà norme di attuazione delle intese”.
Per questa tornata elettorale, ha aggiunto Billi, “il provvedimento riguarda le intese stipulate con 26 Paesi dell’Unione europea, con l’eccezione del Regno Unito”, per il quale, vista l’incertezza causata dalla Brexit è stato seguito un percorso diverso culminato con due lettere del Sottosegretario Ricardo Merlo alla Presidenza delle due Camere, l’ultima delle quali il 17 aprile con cui “ha trasmesso copia delle note verbali concernenti la formalizzazione dell’intesa anche con il Regno Unito che, come noto a seguito del rinvio dei termini per l’uscita e in difformità rispetto a quanto riporta la stessa nota verbale del Foreign and Commonwealth Office del 16 aprile scorsa allegata al provvedimento, prenderà a sua volta parte alle elezioni europee. In caso di Brexit, i deputati europei eletti nel Regno Unito decadrebbero dalla carica e, in base alla decisione del Consiglio europeo n.?937 del 2018, tali seggi verrebbero redistribuiti tra i Paesi membri dell’Unione europea”, in questo caso “l’Italia guadagnerebbe tre seggi aggiuntivi al Parlamento europeo senza la necessità di indire elezioni suppletive”.
Le intese con gli altri Stati membri dell’Unione europea, ha detto ancora Billi, “hanno lo scopo di garantire le condizioni necessarie per l’esercizio del voto degli elettori all’estero. I principi di cui tali intese devono garantire il rispetto sono: la parità dei partiti politici italiani; la libertà di riunione al fine di svolgere la campagna, quantomeno in luoghi chiusi; la libertà di propaganda elettorale in lingua italiana, attraverso radio, televisione e stampa, previ accordi con gli enti gestori; la segretezza e la libertà del voto; l’applicazione della legislazione italiana all’interno delle sezioni elettorali, la vigilanza esterna della polizia locale. Ricorda, inoltre, che deve essere garantito che nessun pregiudizio dovrà derivare per il posto di lavoro e per i diritti individuali degli elettori italiani in conseguenza della loro partecipazione alla propaganda o alle operazioni elettorali”.
A porre alcune “condizioni” sono stati “Estonia, Germania, Lettonia, Lussemburgo, Slovacchia, Slovenia e Ungheria”; si tratta, ha spiegato Billi, di “limiti di carattere logistico, avendo chiesto che le operazioni elettorali si tenessero presso i locali dell’Ambasciata, dei consolati, dei consolati onorari o, in un caso, anche presso l’istituto italiano di cultura. Lussemburgo, Polonia e Portogallo”, invece, “si sono raccomandati che la campagna informativa sia organizzata in modo da non ingenerare nessuna confusione con quella svolta dalle autorità locali. La Danimarca ha stabilito che la campagna elettorale non è consentita prima di tre mesi dalla data delle elezioni”.
Nessun Paese, ha detto ancora Billi, “ha posto limiti espliciti allo svolgimento di manifestazioni pubbliche in luoghi prossimi alle sezioni o ha interdetto l’utilizzo dei media pubblici per la propaganda elettorale, come era avvenuto, invece, da parte del Belgio nelle precedenti elezioni europee. Nella precedente elezione la Lettonia aveva acconsentito a manifestazioni e riunioni politiche soltanto previa autorizzazione, condizione oggi non più apposta da tale Paese”. infine, Billi ha ricordato che “la comunità italiana in Svizzera non potrà partecipare alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo votando in loco, pur trattandosi di Paese dichiarato partner speciale dell’UE”.
“È opportuno”, ha concluso Billi, che “la Commissione esprima quanto prima il parere di competenza” perché “solo una volta acquisito il predetto parere, il Maeci potrà emettere un comunicato attestante, per ciascun Paese dell’Unione, il raggiungimento delle intese atte a garantire le condizioni necessarie per l’esercizio del diritto di voto degli italiani residenti negli Stati dell’Unione. La pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale di questo comunicato è condizione necessaria per l’esercizio del diritto di voto dei cittadini italiani negli altri Stati membri, che avrà luogo tra meno di un mese”.
Tutte considerazioni che, più sinteticamente, Vescovi ha illustrato in Senato. Entrambe le Commissione hanno approvato il parere favorevole al documento del Governo. (aise) 

 

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